Particelle di alta energia
A causa della velocità con cui si muovono i brillamenti e le EMC, si pensa generalmente che la loro energia provenga dai campi magnetici. Tuttavia, anche nelle immagini della sonda Yohkoh non si possono vedere i piccoli dettagli, né le immagini rivelano abbastanza circa i campi magnetici locali o circa la struttura magnetica tridimensionale e, in assenza di dati migliori, una comprensione completa è tuttora carente.
I fisici sulla Terra usano dispositivi elettromagnetici -- acceleratori ad alta energia -- per accelerare elettroni, protoni ed altre particelle cariche a grandi velocità, per poter studiare le loro collisioni con la materia e capire qualcosa della loro struttura e delle forze che li tengono insieme. Per far questo occorrono acceleratori molto sofisticati, ma sembra che la Natura li abbia già. Questo avviene quando nei brillamenti, una o due volte all'anno durante le fasi più attive del ciclo solare, vengono emessi flussi di ioni ed elettroni di grande energia, i quali invadono lo spazio interplanetario per alcune ore, anche fino all'orbita della Terra ed oltre. Allo stesso modo, anche le EMC producono queste particelle accelerate, ed è ancora controverso il ruolo relativo dei brillamenti e delle EMC. Per maggiori dettagli su questo tipo di eventi, ved. qui.
La NASA è giustamente preoccupata per queste particelle. Esse non pongono rischi per la vita sulla Terra, che è ben schermata da una fitta atmosfera. Anche gli astronauti nelle stazioni spaziali posizionate lungo l'equatore terrestre sono schermati dal campo magnetico della Terra. Tuttavia, un essere umano al di là della magnetosfera interna della Terra -- per esempio durante un viaggio tra la Terra e Marte -- dovrebbe essere protetto in qualche modo.
È ancora poco chiaro in che modo avvenga questa accelerazione di particelle, ma si ritiene generalmente che l'accelerazione sia connessa con piccole regioni dello spazio in cui i campi magnetici provenienti da sorgenti vicine (per esempio un gruppo di macchie solari) si annullano a vicenda, generando dei "punti neutri" con intensità del campo nulla. Tali punti -- purtroppo per gli investigatori -- sono in genere ben al di sopra della fotosfera, in regioni in cui il campo magnetico è difficile da misurare. L'accelerazione può anche avvenire nelle onde d'urto associate con le EMC.
Alcune informazioni sulle particelle accelerate possono tuttavia dedursi dalla radiazione emessa: in particolare, gli elettroni veloci tipicamente emettono raggi X. I raggi X usati in medicina vengono prodotti quando un fascio di elettroni veloci, generati in un tubo in cui è stato fatto il vuoto, viene bloccato improvvisamente da un bersaglio metallico. Sul Sole avviene un processo simile quando gli elettroni veloci vengono bloccati dal gas circostante. Tali raggi X vengono emessi molto più rapidamente delle altre emissioni nei brillamenti -- in alcuni casi un minuto, ma in altri casi anche soltanto uno o due secondi.
In un simile evento (immagine qui a destra), la sonda Yohkoh ha osservato effettivamente la posizione di un'emissione di raggi X, localizzata nel punto superiore di un arco magnetico, ben al di sopra del bordo visibile del Sole. Si noti che in questa immagine due punti sono particolarmente brillanti -- la parte superiore dell'arco, dove ha luogo (presumibilmente) l'accelerazione, e un altro punto al "piede" dell'arco, dove gli elettroni entrano negli strati più densi dell'atmosfera solare.
Onde radio e microonde
Le emissioni con cui i singoli atomi e ioni contribuiscono alla maggior parte dell'energia non sono l'unico modo in cui il Sole produce la radiazione elettromagnetica. Esistono anche le onde di plasma, le oscillazioni e la turbolenza, in cui molti elettroni e ioni agiscono all'unisono, producendo onde elettromagnetiche nella banda delle onde radio e delle microonde. L'energia ceduta da ogni particella è piccola (e così pure l'energia del fotone prodotto), ma poiché le particelle sono tante e agiscono all'unisono, viene emesso un segnale ben osservabile.
Per esempio, le onde emesse da fasci di elettroni e di ioni che si propagano dal Sole verso l'esterno vengono regolarmente rivelate. Inoltre, la radiazione a microonde che proviene dalla parte superiore dei gruppi di macchie solari è spesso un buon segnale di allarme che indica che "qualcosa bolle in pentola".
Onde elettromagnetiche che arrivano dall'universo
Gli oggetti astronomici, nella nostra galassia ed oltre, emettono onde elettromagnetiche sull'intero spettro di frequenze, dalle onde radio ai raggi gamma. Nel suo libro del 1981 "Cosmic Discovery" (Scoperte cosmiche) Martin Harwit -- astronomo e storico -- si pone la domanda di che cosa sia che conduce a nuove scoperte in astronomia. Egli nota dapprima che quasi tutti i nostri dati circa l'universo provengono dalle radiazioni elettromagnetiche emesse dagli oggetti nel cielo.
Successivamente egli mostra che una grossa percentuale di scoperte in astronomia sono connesse con una sorta di maggior copertura dello spettro elettromagnetico: nuove regioni spettrali (per esempio, onde radio, raggi X, ecc.) oppure una migliore risoluzione (per esempio, telescopi più grandi o di miglior qualità). Pertanto raccomanda alla NASA di concentrare i suoi sforzi dell'astronomia spaziale nell'estendere questa copertura, e la NASA effettivamente ha seguito in gran parte il suo consiglio. Ciascuno dei "grandi osservatori" della NASA -- per esempio, il Compton per lo studio dei raggi gamma, il telescopio Hubble per lo spettro visibile e vicino al visibile, la sonda Chandra per i raggi X -- sono stati indirizzati verso una certa regione spettrale e hanno cercato di estenderne la copertura. I risultati sono stati eccellenti, ma esulano dalla presente trattazione, che è piuttosto dedicata al Sole.
Per saperne di più: The Sun from Space (Il Sole visto dallo spazio) di Kenneth R. Lang, 373 pp, $64.95, pubbl. da Springer, New York, 2000.
Recensito in "Science" vol. 292, 27 Aprile 2001.
"Foto astronomica del giorno" del 16 Maggio 2002, con un esempio di espulsione di massa dalla corona e alcuni collegamenti su questo tema.
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