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(P-6) Asteroidi

  Indice

9a. E' la Terra che gira intorno al Sole?

9b. I Pianeti
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Il Sistema Solare
(P-1)    Il Sistema Solare
(P-2)    Mercurio
(P-3)    Venere
(P-4)    La Terra
(P-5)    Marte
(P-6)    Asteroidi
(P-7)    Giove
(P-8)    Io e le altre
               lune di Giove
(P-9)    Saturno
(P-10)  Telescopi
(P-11)  Urano
(P-12)  Nettuno
(P-13)  Plutone e la
               fascia di Kuiper
(P-14)  Comete e altro
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9c. Da Copernico
        a Galileo

10. Le leggi di Keplero


    Sopra: L'asteroide Ida fotografato il 28 Agosto 1993 dalla sonda spaziale "Galileo", in viaggio verso Giove.

    Nel 1776 l'astronomo tedesco Titius notò una interessante regolarità tra le distanze medie dal Sole dei vari pianeti noti al suo tempo: con due notevoli eccezioni, tali distanze sembravano seguire una progressione, che (dopo aver effettuato la conversione in unità astronomiche) fornisce una distanza media pari a 0,4 + 0,3(2n), dove i valori di n=0,1,2,3... indicano il numero d'ordine del pianeta a partire dal Sole.
    L'astronomo tedesco Wilhelm Bode pubblicò la legge (senza precisarne la paternità) nel 1768, per cui la legge è spesso chiamata "legge di Titius-Bode", o talvolta "legge di Bode" (è più pratica una denominazione breve!). Una eccezione era Mercurio, per il quale non andava aggiunto nulla al valore 0,4. L'altra eccezione, più notevole, era che la formula funzionava soltanto se si lasciava lo spazio per un pianeta mancante tra Marte e Giove. Qui di seguito è riportata una tabella, in cui sono stati usati i valori tratti dalla sezione su "Keplero e le sue leggi":

Pianeta   n   0,4 + 0,3(2n) Dist.(UA)
dal Sole
Mercurio --- 0,4 0,387
Venere   0   0,7 0,723
Terra   1   1 1
Marte   2   1,6 1,524
  ???     3   2,8   ???  
Giove   4   5,2 5,203
Saturno   5   10 9,539

La ricerca proseguì, stimolata dalla scoperta di Urano a una distanza di 19,2 UA, dove la legge di Titius-Bode prevedeva 19,6. E il primo giorno del XIX secolo, il primo gennaio 1801 (non esiste un anno zero, per cui il primo secolo è compreso tra gli anni 1 e 100, il secondo tra gli anni 101 e 200, e così via) un pianeta fu trovato alla distanza appropriata. Scoperto dall'astronomo italiano Giuseppe Piazzi, gli fu dato il nome di Cerere (Ceres, in latino), dalla divinità delle messi (da cui il termine cereale), e la sua distanza media dal Sole era di 2,987 UA, in accordo abbastanza buono con la legge.

Il solo problema era che il pianeta era sorprendentemente piccolo, con un raggio di appena 500 Km.

    Un altro piccolo pianeta - un po' più vicino al Sole - fu scoperto nel 1807 e gli fu dato il nome di Vesta. Ma l'alluvione di scoperte di asteroidi divenne enorme non appena si cominciarono ad usare macchine fotografiche collegate a telescopi muniti di stabili montature equatoriali, pilotate da movimenti a orologeria. Poiché il telescopio automaticamente seguiva la rotazione terrestre, le stelle venivano registrate come puntini: ogni immagine allungata a forma di lineetta indicava un oggetto in movimento rispetto alle stelle lontane - quindi si trattava o di un asteroide o di una cometa. Ne furono scoperti a migliaia, furono catalogati e fu loro assegnato un nome e, poiché lo scopritore aveva il privilegio di scegliere il nome, una grande varietà di nomi trovò posto nel cielo.

    Perché tutti questi oggetti non formarono un unico grande pianeta? Forse perché il loro consolidamento fu contrastato dalla forza del loro grande vicino, Giove. Molti asteroidi si raggruppano presso i punti lagrangiani L4 e L5 di Giove e sono noti come "Troiani", avendo i nomi di personaggi tratti dall'Iliade di Omero, che narra la Guerra di Troia. Mentre la maggior parte degli asteroidi orbita tra Marte e Giove, ve ne sono anche alcuni che raggiungono altre parti del sistema solare.

L'asteroide Eros     Tra questi, uno speciale interesse rivestono i cosiddetti asteroidi "geo-incrocianti" (in inglese "Earth-crossing"), asteroidi le cui orbite si avvicinano al Sole più di quella terrestre - come "Eros" di cui è qui riportata una foto ripresa il 15 dicembre 2000 dalla missione "NEAR" della NASA. Gli asteroidi geo-incrocianti possono collidere con la Terra, una possibilità preoccupante. I crateri sulla Luna e su altri corpi celesti suggeriscono che grandi collisioni erano frequenti agli albori del sistema solare, quando molti piccoli oggetti orbitavano attorno al Sole (prima che la maggior parte di essi si consolidasse per formare pochi grandi oggetti), ma anche oggi nuove collisioni non possono essere escluse.

    Una tale collisione sarebbe una catastrofe per noi, poiché l'impatto con un asteroide anche di un solo Km di diametro svilupperebbe l'energia di molti miliardi di tonnellate di TNT. La vampata al suo ingresso nell'atmosfera incendierebbe le foreste su oltre la metà del pianeta, il fumo bloccherebbe successivamente la luce solare causando la morte delle piante, mentre l'onda di tsunami, in caso di impatto sull'oceano, inonderebbe vaste aree. L'estinzione dei dinosauri è attribuita ad una collisione di questo tipo, e la prova di ciò è stata rilevata da Walter Alvarez sotto forma di un sottile strato ricco di iridio in un deposito calcareo in Italia. Una vasta struttura circolare - in parte sotto il Mare dei Caraibi e in parte sotto la penisola dello Yucatan - è stata attribuita a tale impatto.

    I grandi impatti sono rari. Quelli più piccoli avvengono a intervalli temporali di migliaia di anni, quelli più grandi a intervalli di decine di migliaia di anni, e quelli più grandi ancora a intervalli di milioni di anni - ma tutti sono difficili da prevedere e quasi impossibili da prevenire (per quanto i film di Hollywood possano aver suggerito). Il 10 agosto 1972, un meteorite di 200 tonnellate è passato appena a sud di Salt Lake City (Stati Uniti), mancando la Terra di circa 50 miglia: in caso di impatto, le conseguenze sarebbero state quelle di una bomba atomica. Il "Meteor Crater" in Arizona è stato provocato da un impatto di maggiore entità, e uno ancora più grande ha scavato il cratere di Manicougan in Canada. Tutti i possibili oggetti che potrebbero collidere con la Terra sono ora catalogati e tenuti sotto osservazione da telescopi automatici. Nonostante ciò, se un oggetto punta verso di noi, a meno che lo si scopra con decenni di anticipo, è improbabile che l'umanità riesca a deviarlo in tempo.

Il prossimo pianeta:     #P-7   Giove

Il prossimo argomento (dopo "I Pianeti"): #9c   La scoperta del Sistema Solare, da Copernico a Galileo

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Autore e Curatore:   Dr. David P. Stern
     Ci si può rivolgere al Dr. Stern per posta elettronica (in inglese, per favore!):
     stargaze("chiocciola")phy6.org

Traduzione in lingua italiana di Giuliano Pinto

Aggiornato al 18 Settembre 2009